Otite purulenta cronica
Generalità
L’otite media cronica è un’infiammazione della mucosa dell’orecchio medio che persiste per più di tre mesi. È caratterizzata da una perforazione persistente della membrana timpanica con infezione delle strutture dell’orecchio medio e conseguente secrezione purulenta nel condotto uditivo.
Rappresenta circa il 60-80% delle patologie dell’orecchio medio.
Da cosa dipende?
Questa forma di otite segue solitamente un’otite acuta nella quale non è avvenuta la chiusura della perforazione timpanica.
Può anche instaurarsi come conseguenza di una perforazione di natura traumatica (evento frequente con l’uso del cotton-fioc).
L’accumulo di secrezioni nell’orecchio medio determina la perforazione della membrana del timpano con dolore acuto e la fuoriuscita dell’infezione nel condotto uditivo.
Fattori di rischio per la genesi e lo sviluppo di otite cronica:
- la persistenza dei batteri all’interno dell’orecchio (precedente terapia antibiotica troppo breve o resistenza dei batteri all’antibiotico);
- un deficit delle difese immunitarie;
- difetti di ventilazione tubarica;
- l’estesa necrosi ossea o timpanica.
I batteri responsabili dell’infezione risultano essere (in ordine di frequenza):
- Staphylococcus aureus
- Proteus
- Pseudomonas aeruginosa
- Escherichia coli
- Streptococcus pneumoniae
I batteri del genere Proteus e Pseudomonas aeruginosa sono particolarmente resistenti alle terapie antibiotiche.
Sintomatologia
I sintomi sono:
- Un calo dell’udito (ipoacusia), inizialmente lieve poi progressivo.
- Fuoriuscita dell’infezione nel condotto uditivo esterno (otorrea).
- È possibile la perdita di sangue dal condotto uditivo (otorragia).
- Dolore presente se l’esordio è acuto, o in presenza di un’infezione dell’osso temporale.
Possono essere presenti anche:
- acufeni;
- vertigini.
Diagnosi
La diagnosi di otite media cronica è generalmente clinica.
All’esame obiettivo si rileva:
- secrezione purulenta nel canale uditivo esterno presente nelle fasi di riacutizzazione;
- perforazione timpanica;
- possibile erosione dell’osso;
- possibile presenza di granulomi o polipi.
L’otomicroscopia ha una maggiore sensibilità e consente l’aspirazione delle secrezioni e una migliore valutazione sullo stato dei tessuti.
Esame audiometrico: si rileva la presenza di un calo uditivo di tipo trasmissivo che può essere di grado anche elevato.
La TAC è molto importante per valutare le condizioni della cassa del timpano, della catena delle ossicine e della mastoide e per escludere la presenza di un colesteatoma o di altre complicanze.
In particolare va studiato il tegmen timpani che è il sottile strato osseo che separa l’orecchio dalle meningi.
Evoluzione e complicanze
L’otite media cronica può periodicamente riacutizzarsi con fuoriuscita di secrezioni purulente senza dolore a seguito di un episodio di infezione delle alte vie respiratorie oppure dell’ingresso di acqua nell’orecchio medio attraverso la perforazione della membrana timpanica durante un bagno o semplicemente durante la doccia.
Le complicanze possono essere anche molto gravi in quanto l’infezione può estendersi alle strutture vicine all’orecchio come le meningi e il tessuto cerebrale, il nervo facciale (che regola la motilità del volto), la vena giugulare e l’arteria carotide oppure l’orecchio interno.
- Formazione di colesteatoma.
- Erosione fino alla distruzione della catena ossiculare à ipoacusia trasmissiva grave (PTA 60 dB).
- Fistola labirintica o labirintite determinandosi vertigini anche imponenti.
- Mastoidite: raccolta di pus nell’osso mastoideo.
- Petrosite: raccolta di pus nella rocca petrosa.
- Paralisi del nervo facciale.
Meningite o ascesso cerebrale.
Terapia
La terapia dell’otite media cronica è chirurgica.
Se non si interviene l’infezione tende a ripresentarsi, l’udito si abbassa progressivamente fino a non essere più recuperabile e possono insorgere le complicazioni.
È necessario che si risolva l’infezione acuta prima di sottoporsi alla chirurgia.
L’intervento di timpanoplastica, eseguito in microscopia, prevede la riparazione della membrana del timpano e la bonifica dell’infezione e/o del colesteatoma.
Qualora l’infezione abbia coinvolto anche gli ossicini la ricostruzione dell’orecchio medio viene in genere eseguita in un secondo tempo chirurgico a distanza di 8/12 mesi al fine di escludere la ricomparsa della malattia.
La terapia chirurgica varia dalla semplice Miringoplastica con ricostruzione della membrana timpanica alla mastoidectomia radicale. L’ossiculoplastica viene presa in considerazione nei casi di discontinuità della catena ossiculare per lisi ossea.
In caso di interessamento osseo massivo di tipo purulento e/o granuloma colesterinico può essere necessario un intervento di mastoidectomia radicale.