Mastoidectomia
La mastoidectomia, sia essa conservativa o radicale, fornisce un accesso per:
- Rimuovere le cellule mastoidee interessate dal processo flogistico
- Asportare il colesteatoma, se presente
- Asportare il tessuto di granulazione nell’otite media
CLASSIFICAZIONI
Tradizionalmente viene classificata:
Mastoidectomia semplice: la parete posteriore del condotto uditivo esterno viene lasciata in situ.
Mastoidectomia radicale: la parete posteriore del condotto uditivo esterno viene rimossa.
TECNICHE CHIUSE
Atticotomia
È l’intervento più limitato. Viene effettuato per la via del condotto; si rimuove parte della parete posteriore ossea del CUE (che verrà poi riposizionata) e consente una buona visione sulla articolazione tra incudine e martello e sull’attico consentendo la rimozione del materiale patologico.
L’intervento viene effettuato anche con l’aiuto dell’endoscopio.
Consente una buona visione per lesioni limitate all’attico.
Mastoidectomia corticale semplice
(Antroatticotomia) Canal Wall Up: si crea un’ampia cavità che collega l’antro e tutte le cellule mastoidee. Indicata nelle mastoiditi. Fornisce risultati funzionali migliori rispetto alla mastoidectomia radicale, ma rende più difficile un buon controllo della malattia.
PP: Parete Posteriore del CUE.
CSL: Canale Semicircolare.
TECNICHE APERTE
Mastoidectomia radicale
È una mastoidectomia in cui la cavità mastoidea, la cassa del timpano vengono convertiti in una cavità comune esteriorizzata attraverso il CUE. Asportando la parete posteriore del CUE (PP della fig. precedente)
Vengono rimossi i resti dell’incudine e del martello, e i resti della MT).
Si associa un allargamento del lume del condotto uditivo esterno (meato plastica) per consentire una buona visione di tutta la cavità nelle medicazioni successive all’intervento.
A: Tegmen dietro si trova la meninge
B: dietro si trova la vena giugulare
C: Promontori (ricopre la Coclea)
Viene rimossa la parete posteriore del CUE (v. schema precedente).
Permetterà un buon controllo della zona durante i controlli successivi.
Mastoidectomia radicale modificata
A differenza della mastoidectomia radicale classica, in questo caso si lasciano intatti la membrana timpanica e la catena delle ossicine.
D: Fascia temporale o pericondrio del trago (lembo di ricostruzione timpanica).
I criteri di scelta tra le varie possibilità sono da alcuni fattori parametri:
- l’età
- le condizioni generali del paziente;
- lo stato dell’orecchio opposto
- l’esistenza di una complicanza già accertata;
- Il grado di perdita uditiva;
- la localizzazione e l’estensione del colesteatoma valutata radiologicamente;
- La funzionalità della tuba;
- La presenza di complicanze;
- l’esistenza di una pregressa storia chirurgica per colesteatoma.
Accertamenti preoperatori
La TAC viene eseguita in sezioni contigue fini nei diversi piani.
Apprezza:
- l’estensione della lesione e la sua relazione con gli ossicini, il nervo faciale nel suo percorso intrapetroso, la regione delle finestre, la dura madre temporale o addirittura, occipitale, il seno laterale e il golfo della giugulare. Un’opacità delle cavità dell’orecchio medio è talvolta difficile, se non impossibile, da analizzare: versamento? Colesteatoma? Iperplasia delle mucose?
- l’esistenza di complicanze: fistola labirintica, dura madre esposta, erosione dell’acquedotto di Falloppio;
- lo stato della pneumatizzazione mastoidea.
L’accertamento radiologico è molto importante anche per avere le idee chiare sulla struttura anatomica che andremo ad invadere (il radiologo entra nella zona prima del chirurgo).
La TAC ci dà preziose informazioni sulla posizione e spessore del tegmen, del seno sigmoideo, del nervo facciale, delle strutture dell’orecchio interno e della dura.
Ci informa su qualsiasi anomalia anatomica dell’osso temporale dovuta alla malattia o come conseguenza di un precedente intervento chirurgico.
Può identificare delle deiscenze del tegmen del seno e questo aiuta il chirurgo a prevenire il rischio di perdita di liquido cerebrospinale, di determianre un encefalocele, un sanguinamento o raramente, embolia gassosa.
Fistole nella capsula otica.
La RM non viene eseguita di routine prima dell’intervento.
È essenziale nella valutazione dell’estensione di possibili complicanze encefaliche.
Se alla TAC viene rilevato un difetto osseo significativo che pone in continuità un’opacità delle cavità posteriori con le strutture encefaliche, la RM è importante per escludere un meningocele o un meningoencefalocele.
La RM può anche dimostrare la rara evenienza di un’invasione epidermica intralabirintica diretta, che va distinta da una semplice fistola del canale osseo.
Di fronte a un’opacità dei tessuti all’esame mediante TC, la RM può fare la differenza tra un versamento o una struttura anatomica di natura liquida, un tessuto fibroinfiammatorio, un colesteatoma o un granuloma di colesterina.
INDICAZIONI
Mastoidectomia corticale
- Mastoidite coalescente o mascherata refrattaria alla terapia antibiotica
- Otite media secretiva refrattaria alla terapia antibiotica
Mastoidectomia radicale
- Colesteatoma non resecabile che si estende lungo la tuba di Eustachio o all’apice petroso
- Fistola cocleare causata da colesteatoma
- Osteite perilabirintica cronica o colesteatoma che non possono essere rimossi e devono essere puliti o ispezionati periodicamente.
POSSIBILI COMPLICANZE OPERATORIE
- Trauma delle meningi.
- Fistola del canale semicircolare orizzontale.
- Trauma al nervo facciale.
- Lesione del seno sigmoideo e del bulbo giugulare.
- Infezione post-operatoria.